12 luglio 2007

Sybase SQLAnywhere

Sto provando in questi giorni SQLAnywhere, nella suite IAnywhere, un interessante punto di vista sui software collaborativi per aziende.
A me ovviamente interessa la parte del database, visto che il distributore italiano me ne ha fornito gentilmente una copia su chiavetta USB da 512 MB di ultima generazione, microscopica.
Delizioso il lavoro fatto da Sybase per facilitare al massimo l'installabilità e l'amministrazione del database: la compatibilità con Linux mi pare ottima, visto che l'installazione grafica non ha dato alcun problema né sotto SuSE 10.2/64 né sotto Ubuntu 7.04/64, dove però l'installazione è stata testuale ma del tutto equivalente a quella grafica.
SQLAnywhere praticamente si avvia da un gruppo di icone sul desktop, create automaticamente dall'installazione sia su KDE che Gnome. Questa è una caratteristica molto comoda anche in ambiente server, dove tradizionalmente non si usa il display, ma con le tecnologie attuali (VNC del desktop Gnome e volendo anche Xorg in modalità client) è un peccato non avere l'ambiente grafico, che consente inoltre di avviare job direttamente sul server interessato, senza il timore che la connessione si interrompa.Tra le applicazioni ci sono un monitor del database e una specie di client grafico per fare query. Il resto delle icone sono dedicate all'avvio del database sia in modalità networking che personale. In entrambi i casi all'avvio si può specificare il nome del server e l'unico file del database, a cui corrisponde un unico file di log. Evidentemente anche a Sybase confidano sulla potenza dei filesystem "bigfile" per la gestione dei blocchi fisici su disco, che altrimenti avrebbero limiti di spazio.
Per ora non sono ancora riuscito a creare una tabella con un semplice create table, farò del mio meglio per capire come si fa.
Interessanti le slide della presentazione italiana della versione 10, in cui uno dei punti di forza è l'architettura hot-standby senza manutenzione, fatta da due (o più?) server equivalenti e un arbitro che decide chi è il primario. L'indisponibilità di un server e il suo ripristino come master o hot-backup sono automatici.

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